Prossimamente su questi schermi.
domenica 27 dicembre 2009
mercoledì 16 dicembre 2009
FINZIONE E REALTA'
Il soggiorno si è consumato nella pittoresca abitazione di Andrea e mentre fuori infuriava il freddo, i giovani e Il Teatro degli Orrori capitato casualmente in città la sera della mia venuta, noialtri abbiamo chiuso la porta dell'appartamento per riaprila da qualche altra parte.
A Parigi magari. E' lì che abbaimo conosciuto un archeologo alle prese con un fantasma e un esperto di fantasmi alle prese con un archeologo, che abbiamo trasformato portici rinascimentali nello sfondo di una commedia inglese del secolo scorso e che siamo rimasti affascinati dalla'occasionale carica emotiva trasmessa dalle nostre amatoriali interpretazioni.
L'alba ci ha visto infilarci nel letto stanchi di aver riso ore intere e io, riposato per ora di pranzo, non ho potuto far altro durante quella giornata che intrattenermi a parlare con Andrea di fronte all'orologio della stazione di Santa MAria Novella in attesa del treno di ritorno.
Immerso nell'universo di un libro durante il viaggio a ritroso verso una realtà diversa, mi sono fermato tra un capitolo e l'altro a riflettere su cosa mi avrebbe riservato Firenze se non avessi deciso di farmi accompagnare dalla videocamera.
Quando sono tornato ho visto sangue sulla faccia di Berlusconi. Mi ha infastidito che la mattina Sky Tg24 propini assassini e vertici di politici chiacchieroni, mentre appena mi distraggo succede qualcosa di eccitante.
Per primo ho provato divertimento, quel vigliacco senso di rivincita che molti italiani devono aver provato grazie al gesto di Tartaglia. Quindi ho provato il rimorso della vigliaccheria.
Parlandone all'univeristà una mia amica mi ha sorpreso con l'ipotesi (dopotutto comune a quello che siamo abitutati a vivere) che l'aggressione fosse parte di un montaggio allestito al fine martirizzare il presidente in un periodo di crisi e di poter chiamare istigazione all'odio l'opposizone delle sinistre (nessuno, neanche il presidente stesso, avrebbe di istinto pulito il sangue dalla faccia del ferito, tutti avrebbero aspettato che il premier si mostrasse alla folla per portarlo in sicurezza da una zona divenuta calda dopo un gesto che avrebbe potuto essere il diversivo per un attentato). Allora ho provato disgusto e pena per l'Italia.
Zap
Vi auguro di aver provato almeno una volta la sensazione che la vita fosse scritta per voi, anche solo grazie ad una piccola coincidenza. Ero come al solito a cantare da solo e a battere su tutte le superici metalliche della cucina allorchè Adriano era a cena fuori; l'euforia mi provacava felicità e pensieri crudeli riguardo la scelta di adoperarmi a disegnare ore e ore della mia esistenza in Autocad piuttosto che creare melodie sulle percussioni di un mestolo, quando ho pregato il Signore di programmare in Tv il film adatto al fomento, che tanto sapevo già di essere così in me da non riuscire più a tracciare una sola polilinea quella sera.
E il mio dio mi ascolta e colora i pixel con le immagini e i suoni di Dancer in the Dark. Cioè. Dancer in the Dark.
Durante il processo che la condannerà alla forca Selma, col sorriso di un'eccelente Bjork, sogna di ballare con i giurati, le guardie e gli avvocati, e con il suo adorato Novy, professionista dei Musical, quei film dove, dice Selma, "...non succede mai niente di terribile".
"And I will always be there, to catch you."
"Yeah you will always be there, to che-è-é-E-etch-mee...!"
Spesso penso che il mio posto nel mondo si trovi nella mia testa.
SE QUESTO E' UN UOMO.
SE QUESTO E' UN UOMO.
SE QUESTO E' UN UOMO.
giovedì 12 novembre 2009
AGGIORNATO E VARIO COME LA HOMEPAGE DI FACEBOOK
Jacopo ha appena parlato con Il Teatro degli Orrori che ha detto:
"PER SEMPRE COSA? GUARDATI INTORNO E DIMMI SE C'E' QUALCOSA CHE POSSA MAI DURAR PER SEMPRE TUTTO QUANTO E' DESTINATO A SCOMPARIRE E' QUESTA UNA SOCIETA' CADUCA CHECCHE' NEDICANO MARX O WEBER GESU' GIUSEPPE E MARIA ABBIATE PIETA' DELL'ANIMA MIA NON SI VIVE OGNI GIORNO NON SI PUO' MORIRE SEMPRE"
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Uno Qualsiasi: ... muahauahauahauah ... sIeTe I mEjO!!! XD !!!
martedì 20 ottobre 2009
NUOVO ESPERIMENTO
Trasposizione audio di un estratto da un affascinante romanzo. Ho voluto dar voce a due meravigliosi personaggi nel momento del loro primo incontro.
Buon ascolto.
giovedì 10 settembre 2009
RESPIRO UN'ARIA DIVERSA
...ad alcuni di noi attende un inzio di Ottobre very rainy, della serie che ce lo andiamo a cercare ma non vediamo proprio l'ora di trovarlo...
venerdì 4 settembre 2009
lunedì 24 agosto 2009
PUNTATA PILOTA?
Ispirato dall'ebbrezza post-visione di Molin Rouge! (da cui ruba la colonna sonora). Filmato e montato durante la preparazione all'esame di Storia dell'architettura, sul cui risultato ha influito in larga parte, nel tempo di 2 giorni e due notti di stentato sonno; all'oscuro dei coinquilini che beati ignoravano la camera messa a soqquadro, per non parlare del fantoccio che ha dormito serenamente sul mio letto. Disseminato di riferimenti alla mia vita più o meno privata che alcuni potrebbero non cogliere. Pensato per essere l'inzio di una serie probabilmente diffusa tramite Facebook.
Mai reso pubblico fino ad ora. Abbiatene pietà, c'è un pezzo del mio cuore qui dentro.
Certo, se poteva fa mejo, ma insomma proprio 18 non lo volevo pijà all'esame...
domenica 9 agosto 2009
IL VOTO INFRANGIBILE?
giovedì 6 agosto 2009
RADIODRAMMA?
Liberamente tratto da: Harry Potter e il Principe Mezzosangue. Capitolo 2: Spinner's end.
domenica 26 luglio 2009
BUT I AM THE CHOSEN ONE
martedì 7 luglio 2009
IRON MAN
Non caricato di effetti speciali, non frastornante di musiche e colori, segue la comune successione di sequenze che va dalla mutazione dell'eroe, all'eroe che usa i nuovi poteri per cambiare le carte in tavola, con parallelamente l'antagonista che cresce di pari forza e si scontra in duello all'ultimo sangue con l'eroe; ci sono pure il tradimento e la figura femminile di cui innamorarsi, eppure il film disegna la traccia attraverso scene non puramente informative, ma narrative, piacevoli, e verosimili. Il protagonista è uno sbruffone fabbricante d'armi, il suo alter-ego non esiste, è lui stesso sotto un'arma a forma di armatura nata dal suo stesso genio; il cattivo è un socio di affari arrivista, e in ballo c'è la conquista del mondo nella sua forma più quotidiana, quella della guerra e della guerriglia sotto le spoglie dei dissidi dei paesi arabi, attorno cui fiorisce il "pulito" mercato bellico occidentale.
Non mi dite che altri film di supereroi son belli; pure Spiderman s'è fatto harakiri con il terzo episodio... Insomma, guardate Iron Man se avete modo e giudicherete gli altri film del genere con nuovi occhi.
Per concludere, vi lascio invece col cartone animato più tamarro che la storia ricordi, sua signoria tamarra:
i Biker Mice! che sfoggio di cattivo gusto, che metal di sottofondo, che ratti alieni sopra moto intelligenti. che disegni orrendi!!! Come nel gioco natalizio del "numeretto", che prevede di pescare i numeri dal sacchetto della tombola e di proclamare vicitori il numero più basso e il più alto estratti, sarete d'accordo a far vincere come estremo questo particolare numero di fanstascienza che da piccoli spero vi abbia accompagnato. Tremendo, dai. (..!)
martedì 23 giugno 2009
COL SONNO NEGLI OCCHI
Tiro giù la maniglia adesso, e vado fuori.
domenica 14 giugno 2009
PER GUARDARE FUORI E NON VEDERE NULLA
a - Prendere la prima insolazione, quando la prima volta al mare uno dice: "Ma tanto la crema non mi serve..." e poi passa la settimana successiva più rosso del Gabibbo
b - Scordarsi il celluare in macchina, quando si è ormai già in spiaggia, e dover risalire tutta la cazzo della spiaggia
c - La sabbia in mezzo alle chiappe
d - Svegliarsi la notte sudati e rendersi conto di non potersi alleggerire ulteriormente se non forse spellandosi vivi
e - Rimanere svegli a sentire il ronzio di quello che sembra un trapano ortodontotecnico, in realtà una cazzo di zanzara
f - Accorgersi di avere un pò troppa "pancetta" per poter figurare a mare di fronte alle amiche...
g - Capire che si sono rotte le infradito
h - Subire un'erezione in costume da bagno (per gli uomini)
i - Avere il costume appiccicato alle gambe
l - Avere l'asciugamano ricoperto di sabbia, praticamente mimetizzato con la spiaggia
m - Fare pic-nic in compagnia in uguale misura dei tuoi amici e delle tue amiche mosche
n - Finire la bottiglietta dell'acqua proprio quando...nooo, ma che palle...
o - Non poter vedere i Simpson su Italia 1
p - Sudare 3 magliette al giorno
q - Doversi depilare più spesso e/o mangiare più raramente (per le ragazze, prevalentemente)
q - Magari lavorare e ritrovarsi a settembre che...no, ma domani ricominciano le lez...ma...porco ...
r - Accorgersi che la sera, nell'Agro Pontino, non c'è proprio un cazzo da fare!
Questi sono solo alcuni incubi estivi; riflettendoci spero di avervi stimolato il sorriso nel tornare a guardare le pagine aperte accanto al vostro pc. Se ve ne vengono in mente altri, condivideteli...questa funziona come terapia di gruppo.
E intanto vi auguro buono studio; se la terapia non dovesse funzionare, fermatevi a pensare che quanto sudate ora, vi servirà magari un giorno a passare inverni tra paesi tropicali e panorami di infinita bellezzam col sol ricordo di gironi passati a nuotare nei libri. Concentratevi sullo studio, mi raccomando.
venerdì 29 maggio 2009
UNA PAGINA BIANCA
L'altro giorno viaggiavo sopra il 23 per recarmi in mensa, ero solo. Mi preparavo a divorare il libriccino di V.Cerami "Consigli a un giovane scrittore", quando mi cadono gli occhi sul sedile di fronte: ci giaceva abbandonato un libro; mi sono guardato intorno nella speranza di vedere qualcuno sedersi e recuperarlo, ma niente. Nessuno tranne me lo stava notando.
D'un tratto ho capito di essere appena diventato il padrone di quel libro: nelle mie mani c'era il suo destino.
L'ho raccolto: "Il poeta e lo Spazzino", s'intitolava, e l'autore aveva deciso di riassumermi la storia riportando sul retro un esrtratto nel quale lo spazzino in un marcato romanesco affermava di come la spazzattura appartiene a chi la produce ma di come lui salva i libri che sono stati gettati via. Rigirandomelo tra le mani, ho visto le pagine ondulate, come se la carta si fosse inzuppata.
Alla mensa mancavano poche fermate ma io ero appena stato incastato, mio malgrado o per fortuna, nella storia di quel libro, e avevo davanti a me tre possibilità di scelta: attribuirmi il diritto di tenere il libro per averlo salvato e con la presunzione di aver letto un destino scritto per me tornare a casa e scoprire un mondo dentro a quel fascio di pagine bagnate, oppure farmi prendere dalla pena per il legittimo proprietario, povero del libro e che in quel momento magari stesse maledicendo la tua testa di rapa (avrebbe entro poco terminato la lettura, il segnlibro era e 3 quarti dell pagine), e allora cercare in qualche modo di restitutirglielo, oppure infine abbassare gli occhi sul mio libbriccino e far finta di pensare soltanto alla pasta coi broccoli, o alle patatine fritte, e passare davanti il libro non appena l'autobus fosse giunto alla mia fermata.
E' stato un momento magico, mi sono sentito dentro un libro di Zafòn, alle prese con l'oggetto più interessante del mondo.
Se volete sapere cosa ho fatto, beh, io l'ho raccolto e mi sono fatto largo nell'autobus fino al conducente. Mentre il semaforo aspettava di diventare verde, ho spiegato all'uomo l'accaduto e mi sono raccomandato di lasciarlo nel Deposito dell'Atac, dove magari qualcuno sarebbe venuto a reclamarlo.
Non ero rilassato quando sono sceso sul marciapiede: avevo consegnato quell'oggetto del mistero ad un uomo che aveva assunto un'aria scocciata quando si era sentito affibbiato un ulteriore compito, come se combattere con i semafori non fosse già abbastanza per lui, poi per un momento prima che tornassi a sedermi si era rigirato il libro tra le mani e lo aveva poggiato accanto a sè; magari, animato da quella mia stessa curiosità, aveva deciso di fregarselo lui.
Ma soprattutto, voi cosa avreste fatto al mio posto trovandovi di fronte un libro che nessuno voleva?
Mi piacerebbe che scriveste una fine per questa storia, o una non-fine. So che la tentazione del ridicolo è forte, ma non abusatene per piacere.
Si insomma, scrivete voi il seguito di questo post, come se io quel giorno non fossi sceso dall'autobus e fossi qui a raccontarvi la storia di quel libro. Sarà divertente, grazie.
P.S.
Il prossimo appuntamento a Termini ce lo diamo davanti a Il poeta e lo Spazzino, libro che magari avete pur letto, chissà.
domenica 24 maggio 2009
UN LIBRO
Parla meravigliosamente, per quello che ne posso sapere io.
Ha creato personaggi indimenticabili, persone di carta a cui mi sono affezionato e che non mi lasceranno, credo.
Ho pianto, non alla fine del libro questa volta come può capitare perchè ci accorgiamo che bisognerà comprare un altro libro, altre volte perchè ripensiamo a tutto quanto abbiamo letto, bensì questa volta ho pianto per quei sentimenti provati dai miei conoscenti di carta, ma più veri che mai grazie a Zafòn.
Strana cosa che sono i libri. Ti lasci rapire dalle loro storie e ne esci arricchito voltando l'ultima pagina; poi rischi di accorgerti che non era la tua vita ad essere vissuta, che tu non hai fatto altro che stare steso sul letto per ore.
E la vita ritorna nelle tue orecchie ricordandoti che devi recuperare quel tempo perso.
Nel mio caso l'ambasciatore di sventura era Daniele con la chitarra da accordare.
Ora resta un dubbio: che ne faccio del libro? La cosa migliore che mi viene in mente è di farlo leggere a qualcuno. Così recita proprio il libro stesso:
"Ogni libro, ogni volume che vedi possiede un'anima, l'anima di chi l'ha scritto e di coloro che l'hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie ad esso. Ogni volta che un libro cambia proprietario, ogni volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine, il suo spirito acquista forza."
Forse sì, mi ha regalato dei ricordi non miei, ma dai quali posso trarre saggezza. Dopo tutto, non andiamo avanti imitando la vita di altri? Ci passiamo continuamente il testimone, ed un libro è un ottimo espediente per far circolare la ricchezza della vita.
Perdonate la filosofia, quello che sto cercando di capire insieme a voi è l'importanza di un libro.
A voi un libro ha mai, se non cambiato la vita, almeno insegnato?
Perdonatemi ancora. Dopo tutto esco da una lettura di Zafòn.
E mi aspetta la preparazione all'esame di matematica.
martedì 28 aprile 2009
IL LAVORO
E' proprio questo quello che voglio fare?
Voi ragazzi, dove vi vedete tra 5 anni?
Mio nonno mi pone molte domande sull’università, alcune mi mettono in imbarazzo, ad altre rispondo con orgoglio. Lui mi paga la vita e mi dispensa pure consigli; io lo sto ricompensando? Certo ogni giorno mi sento una trottola con tutte le cose che faccio, ma la sera, quando mi lavo i denti, spesso non sputo sangue.
Insomma, quanto è questo tempo che abbiamo, ragazzi?
lunedì 20 aprile 2009
QUANDO GUARDI UNA PERSONA
Sto leggendo il libro di Zafon, "Il gioco dell'agelo", oscuro e intrecciato come "L'ombra del vento"; il protagonista, un uomo solitario che si difende dal destino beffardo scritto per lui con il solo sarcasmo che una vita di miserie di ha insegnato ad affilare, non riusciva a trovare nella mia immaginazione un volto adatto.
Pierpaolo Capovilla ha dato un volto a David Martin, e una voce anche, strascicata, appiccicosa, adatta ad un uomo malaticcio e disperato.
Vi è mai capitato di associare un volto di carne ad un personaggio di carta?
Io lo faccio di continuo. Per non parlare delle voci. Volevo capire se è normale questa cosa, cioè, se è abitudine condivisa.
giovedì 16 aprile 2009
DELLA BAGASSA, DEL TEATRO, E DEL POLIZIOTTO.
lunedì 30 marzo 2009
LA METROPOLITANA DI ROMA
Alla mattina non solo solo, mi accompagna, durante la discesa di Rocca Priora, quella decina di minuti di ritardo che non mi lascia fino a quando arrivo in aula (allora può andarti bene e il professore non ha ancora cominciato, o può andarti male e devi camminare quatto tra le sedie per lanciarti sulla prima sedia che trovi libera - e per me aqquattarmi, è molto difficile).
Nelle stazioni metro c'è sempre un gran vento. Tanto che uscito dalla metro ti copri, credi che sia ancora dicembre quando sali le scale, poi esci in superficie e ti devi scoprire di nuovo.
Anche sulle banchine c'è coorente: di solito mi si scompigliano i capelli che tanto accuratamente ho acconciato in quei dieci minuti di ritardo.
Alla banchina c'è sempre o il treno appena arrivato, o un'attesa lunga. Ci sono persone da spiare; ti spiano anche loro, mica no.
Ma quanto prenderei a calci quelle zingare che ogni santa mattina occupano due posti a sedere sulla banchina, con quei poveri bambini in braccio. Gli altri elemosinanti, quelli che suonano, che cantano, mi stanno simpatici invece.
Di solito non trovo posto a sedere; però so che la seconda migliore scelta sono i pali vicino alle porte, sui quali ti puoi abbandonare con tutto il corpo, tuttavia sempre facendo perno su almeno un piede, per contrastare le spinte di accelerazione e deceleraziione di treni.
Se posso leggo; trovo che i giornali gratutiti della metro siano un'ottima idea, molti ragazzi infatti leggono i giornali. Il migliore è Metro, decisamente.
Arrivato a Termini inspiro profondamente e mi getto a capofitto tra la folla di gente dal passo svelto che passa sotto gli archi e gareggia per il primo posto sulle scale mobili; corro sempre appena ho un pò di spazio. Le signore col culo pesante che fanno fermare la salita sulle scale mobili le ammazzerei; quando sono ragazzi ancora di più; spesso ho fatto quelle rampre di scale con buste e plastici e fogli giganteschi, altre volte con in spalla valigie pesantissime.
Gli scalini li faccio a due a due di solito, ma non mi arrischio a fare tanto in discesa, come fa Luigi, giacchè una volta mi sono addobbato sulle scale di Piramide.
Alle volte incontro colleghi. Spesso cerco volti di ragazze carine. a voi capita di ispezionare il pubblico presente? Io quando c'è una comitiva di ragazzi stranieri mi avvicino sempre, e per le bionde che spesso campeggiano nel quadretto e per senir parlare l'inglese. Ogni tanto spero che mi chiedano qualcosa.
Dalla metropolitana di Roma ci esco quando arrivo a Piramide. Lì frequentemente incontro architetti, e il più delle volte ce la si fa a piedi, altre volte col 719. Con il taglio dei fondi all'università abbiamo salutato la linea blu di Roma 3. Ciao linea blu, abbiamo condiviso bei ricordi. Uff.
A Roma gli autisti sono garbati. Tra Piramide e San Paolo sono pure garbatelli. Mica come quei pidocchiosi dei Cotral: dio mio quanti autobus ho perso in cinque anni, quante volte mamma mi ha accompagnato a Latina. E quante volte invece l'ho preso! Ho sempre dormito. Sempre. Ho ascoltato musica, prima sul lettore ciddì e poi su quello emmepitrè. Se non sbaglio è stato tra i miei terzo e quarto anno che la mania degli Mp3 si è diffusa.
Credo che ogni studente dell'agro pontino provi un sentimento di amore\odio per i Cotral. Beh, i pendolari.
Non posso fare a meno di pensare, in questa mai digressione sui mezzi di trasporto - nella quale non cito nè gli aereoplani, nè le droghe pesanti nè tantomeno internet (...con internet ci navighi...-questa non è mia, non è neanhce una battuta, insomma è di J.G.), agli infernali autobus fiorentini: oh se non ti sposti dalla via ti ficcano sotto! Mica decelerano, si limitano a suonare cazzo!
Matteo, Andrea, state attenti agli autisti. Autisti, state attenti a Stefano.
Ciao belli, venitemi a trovare.
Perchè il treno è su tutti il mezzo di trasporto che preferisco. Odio i viaggi in macchina. Troppi ne ho fatti; quante curve, frenate, bleah.
In treno ci leggi.
In treno ci conosci. Una volta ho chiacchierato tutto il viaggio con una signora che mi ha parlato degli studi e dell'impiego di sua figlia. Era quando ero indeciso sulla mia scelta universitaria, e mi ha fatto piacere ascoltare, interrogarmi.
In treno ci ascolti pure. Una volta ho sentito un massaggitore descrivere le sue tecniche massaggiatorie.
In treno ci sogni. Una volta ho passato il viaggio a lanciare sbirciate fugaci sui bei tratti di una ragazza, più grande, che avevo di fronte.
Durante il viaggio verso Firenze ho conosciuto un sacco di architetti con la scusa delle composizione corale di una filastrocca descrittiva del viaggio, in rima AA BB. Molto semplice.
Nella metropolitana di Roma ci devo stare tra 8 ore circa. Che palle.
domenica 22 marzo 2009
PRIMA VERA
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