lunedì 20 aprile 2009

QUANDO GUARDI UNA PERSONA


Pierpaolo Capovilla è l'ultimo personaggio ad essermi entrato in testa. Ha il fascino dell'uomo vissuto, misterioso, saggio e intellettuale. Questo è quello che ho percepito a pelle, senza leggere alcuna buografia su wikipedia, che per la cronaca, non c'è.

Sto leggendo il libro di Zafon, "Il gioco dell'agelo", oscuro e intrecciato come "L'ombra del vento"; il protagonista, un uomo solitario che si difende dal destino beffardo scritto per lui con il solo sarcasmo che una vita di miserie di ha insegnato ad affilare, non riusciva a trovare nella mia immaginazione un volto adatto.

Pierpaolo Capovilla ha dato un volto a David Martin, e una voce anche, strascicata, appiccicosa, adatta ad un uomo malaticcio e disperato.



Vi è mai capitato di associare un volto di carne ad un personaggio di carta?



Io lo faccio di continuo. Per non parlare delle voci. Volevo capire se è normale questa cosa, cioè, se è abitudine condivisa.

6 commenti:

  1. immaginarsi volti e voci di personaggi di un libro è perfettamente normale. come tu mi insegni palmacci vi associa i volti di attori famosi. io tendo a inventarmeli, ma degli schemi fissi

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  2. Colgo il mio stesso blog per invitare tutti a venire con me mercoledì 22 aprile ad un concerto gratuito a piazza del popolo di ben harper e subsonica!!! Contattatemi.
    Cmq mattè, come sarebbe a dire che io ti insegno...?

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  3. Ja a sta botta ce stò,mettemosi d'accordo che vengo.

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  4. Capito Jà? A questa botta Francescooh viene...

    Io volevo dire la stessa cosa che ha detto Matteo a proposito di Palmacci. Cmq anche io invento volti e fisionomie quando leggo libri

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  5. Ma a che ora ce stanno sti concerti?
    Jacopo potresti dirmi qualcosa?
    (ho appena scoreggiato)

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  6. ma che denti brutti ha questo?
    sembra nu mostr

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