martedì 28 aprile 2009

IL LAVORO


Questa non è la piazza di san Giovanni il primo di Maggio. E' la previsione per l'abitazione di via rocca priora 33 il prossimo primo di Maggio: stimate ad ora 20 persone a dormire tra amici, amiche, barboni e dispersi o presunti tali. Ai quali sono ancora da aggiungere, se vorranno unirsi alla festa, I MIEI AMICI.

Quindi: APPELLO: chi c'è Venerdì primo? Venite numerosi, incontrateve nella capitale e ascoltate musica a cazzo, che tanto, che ce frega?!! E' A GRATISE!!!

Sicchè voglio che il mio sia un blog informativo, vi riporto la scaletta ufficiale del concerto (cioè, i soliti ragà, ma tanto è a gratise, mi sembra di averlo già detto):


Se beve, se ride, ce se gode la vita e la giovinezza. C'è vasco cazzo...


Penso. Il primo maggio sarebbe meglio se lavorassi. Temo per la mia buona intenzione di arrivare con tranquillità agli esami, subisco il trauma della sessione di Febbraio che mi ha visto a stento sopravvivere alla possibilità di mandare tutto a quel paese.
Il divertimento di marzo e gli amori di aprile mi hanno fatto perdere di vista la domanda, quella che ora che respiro di nuovo il puzzo della metro B mi risale in testa:

E' proprio questo quello che voglio fare?

Voi ragazzi, dove vi vedete tra 5 anni?

Mio nonno mi pone molte domande sull’università, alcune mi mettono in imbarazzo, ad altre rispondo con orgoglio. Lui mi paga la vita e mi dispensa pure consigli; io lo sto ricompensando? Certo ogni giorno mi sento una trottola con tutte le cose che faccio, ma la sera, quando mi lavo i denti, spesso non sputo sangue.
Vado a lezione, studio metà delle cose, mi chiedo se mi piace, e non ho modo di provare a fare altro, alle volte esco. E va avanti così ogni giorno.

Insomma, quanto è questo tempo che abbiamo, ragazzi?
Per quanto ancora potrò essere un ragazzino?

lunedì 20 aprile 2009

QUANDO GUARDI UNA PERSONA


Pierpaolo Capovilla è l'ultimo personaggio ad essermi entrato in testa. Ha il fascino dell'uomo vissuto, misterioso, saggio e intellettuale. Questo è quello che ho percepito a pelle, senza leggere alcuna buografia su wikipedia, che per la cronaca, non c'è.

Sto leggendo il libro di Zafon, "Il gioco dell'agelo", oscuro e intrecciato come "L'ombra del vento"; il protagonista, un uomo solitario che si difende dal destino beffardo scritto per lui con il solo sarcasmo che una vita di miserie di ha insegnato ad affilare, non riusciva a trovare nella mia immaginazione un volto adatto.

Pierpaolo Capovilla ha dato un volto a David Martin, e una voce anche, strascicata, appiccicosa, adatta ad un uomo malaticcio e disperato.



Vi è mai capitato di associare un volto di carne ad un personaggio di carta?



Io lo faccio di continuo. Per non parlare delle voci. Volevo capire se è normale questa cosa, cioè, se è abitudine condivisa.

giovedì 16 aprile 2009

DELLA BAGASSA, DEL TEATRO, E DEL POLIZIOTTO.

Mi riportano il computer a Roma e mi fermo a scrivere.

Sono Jacopo, un vostro amco o conoscente, sono quello che in questo pezzo di terra informatica parla per primo e detta le regole.

Ho traversato il tirreno sotto la minaccia di camerieri partenopei, ho visitato terre lontane e subito la pioggia, ma ho goduto del sole e della buona compagnia. Ho incontrato amici nuovi e poliziotti quando non mi restavano addosso che poche ore di sonno incerto, ma ora almeno so con chi andare a cantare al karaoke. Ho subito la percussione di mille tamburi e il sudore delle chiappe degli amici, ma l'ho fatto per il piacere di un buon rock; ho sognato, spesso.

Tutto questo per arrivare qua, a questa tastiera, per immortalare quei momenti...


L'ape Mayalona è piantata nella sabbia e Fabio le fa la guardia. L'abbiamo comprata coi soldi della spesa quando ci siamo accorti che erano veramente troppi, comprata assieme a dei pacchi di patatine in più.

Tante fotografie le scatta Maria. Perlopiù si gioca col pallone, si suda e ci si riempie di sabbia sarda. C'è il Sole cazzo alla fine. Fanculo le previsoni negative!


E' il mio ultimo giorno qui e un tale Giovanni ci porta in giro per l'entroterra sardo, quello che Niccolò chiama la vera Sardegna: sono immense distese di verde dalle quali emergono colli come baci Perugina, e le distanze tra un paese e l'altro sono incolmabili a piedi; perciò si è in macchina. Sono realtà che non comprendo, Giovanni dice che molti ragazzi che son lì non sognano niente più del bar dove vanno ogni giorno.


Al 45 giri, il locale quello famoso, un ragazzo mi chiede il favore di posargli il vassoio sul tavolo, perchè con le stampelle ha difficoltà. Lo invito a mangiare con me e Désirée.


Ci scappa una chiacchierata di un'ora. E cacchio è uguale a Ugo Coluzzi. Ma fa il poliziotto, e qualche sera andremo a kantare al karaoke.




Che bello il Teatro degli Orrori, che qualità. Mi è dispiaciuto però non sapere i testi delle canzoni, le parole di quel poeta del cantante. E il chitarrista è troppo figo. Ma attore il cantante.


Toh, c'è Andrea a dormire a cosa mia, la stella dei video di Pasquetta. Di Lavinia non ci avevo capito un cazzo, credevo fosse fiorentina e studiasse a Firenze.

Poi quegli idioti di Andrea e Tiziano mi hanno scombinato la camera al momento di andar via, che grandi.







Livio deve ancora tornare per riprendere la borsa.




Eeeeeh così. (sospiro).



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