lunedì 30 marzo 2009

LA METROPOLITANA DI ROMA


Nella metropolitana di Roma ci passo ogni giorno. Nella metropolitana di Roma ci arrivo correndo di solito, e continuo a muovermici correndo.
Alla mattina non solo solo, mi accompagna, durante la discesa di Rocca Priora, quella decina di minuti di ritardo che non mi lascia fino a quando arrivo in aula (allora può andarti bene e il professore non ha ancora cominciato, o può andarti male e devi camminare quatto tra le sedie per lanciarti sulla prima sedia che trovi libera - e per me aqquattarmi, è molto difficile).
Nelle stazioni metro c'è sempre un gran vento. Tanto che uscito dalla metro ti copri, credi che sia ancora dicembre quando sali le scale, poi esci in superficie e ti devi scoprire di nuovo.
Anche sulle banchine c'è coorente: di solito mi si scompigliano i capelli che tanto accuratamente ho acconciato in quei dieci minuti di ritardo.
Alla banchina c'è sempre o il treno appena arrivato, o un'attesa lunga. Ci sono persone da spiare; ti spiano anche loro, mica no.
Ma quanto prenderei a calci quelle zingare che ogni santa mattina occupano due posti a sedere sulla banchina, con quei poveri bambini in braccio. Gli altri elemosinanti, quelli che suonano, che cantano, mi stanno simpatici invece.
Di solito non trovo posto a sedere; però so che la seconda migliore scelta sono i pali vicino alle porte, sui quali ti puoi abbandonare con tutto il corpo, tuttavia sempre facendo perno su almeno un piede, per contrastare le spinte di accelerazione e deceleraziione di treni.
Se posso leggo; trovo che i giornali gratutiti della metro siano un'ottima idea, molti ragazzi infatti leggono i giornali. Il migliore è Metro, decisamente.
Arrivato a Termini inspiro profondamente e mi getto a capofitto tra la folla di gente dal passo svelto che passa sotto gli archi e gareggia per il primo posto sulle scale mobili; corro sempre appena ho un pò di spazio. Le signore col culo pesante che fanno fermare la salita sulle scale mobili le ammazzerei; quando sono ragazzi ancora di più; spesso ho fatto quelle rampre di scale con buste e plastici e fogli giganteschi, altre volte con in spalla valigie pesantissime.
Gli scalini li faccio a due a due di solito, ma non mi arrischio a fare tanto in discesa, come fa Luigi, giacchè una volta mi sono addobbato sulle scale di Piramide.
Alle volte incontro colleghi. Spesso cerco volti di ragazze carine. a voi capita di ispezionare il pubblico presente? Io quando c'è una comitiva di ragazzi stranieri mi avvicino sempre, e per le bionde che spesso campeggiano nel quadretto e per senir parlare l'inglese. Ogni tanto spero che mi chiedano qualcosa.
Dalla metropolitana di Roma ci esco quando arrivo a Piramide. Lì frequentemente incontro architetti, e il più delle volte ce la si fa a piedi, altre volte col 719. Con il taglio dei fondi all'università abbiamo salutato la linea blu di Roma 3. Ciao linea blu, abbiamo condiviso bei ricordi. Uff.
A Roma gli autisti sono garbati. Tra Piramide e San Paolo sono pure garbatelli. Mica come quei pidocchiosi dei Cotral: dio mio quanti autobus ho perso in cinque anni, quante volte mamma mi ha accompagnato a Latina. E quante volte invece l'ho preso! Ho sempre dormito. Sempre. Ho ascoltato musica, prima sul lettore ciddì e poi su quello emmepitrè. Se non sbaglio è stato tra i miei terzo e quarto anno che la mania degli Mp3 si è diffusa.
Credo che ogni studente dell'agro pontino provi un sentimento di amore\odio per i Cotral. Beh, i pendolari.
Non posso fare a meno di pensare, in questa mai digressione sui mezzi di trasporto - nella quale non cito nè gli aereoplani, nè le droghe pesanti nè tantomeno internet (...con internet ci navighi...-questa non è mia, non è neanhce una battuta, insomma è di J.G.), agli infernali autobus fiorentini: oh se non ti sposti dalla via ti ficcano sotto! Mica decelerano, si limitano a suonare cazzo!
Matteo, Andrea, state attenti agli autisti. Autisti, state attenti a Stefano.
Ciao belli, venitemi a trovare.
Perchè il treno è su tutti il mezzo di trasporto che preferisco. Odio i viaggi in macchina. Troppi ne ho fatti; quante curve, frenate, bleah.
In treno ci leggi.
In treno ci conosci. Una volta ho chiacchierato tutto il viaggio con una signora che mi ha parlato degli studi e dell'impiego di sua figlia. Era quando ero indeciso sulla mia scelta universitaria, e mi ha fatto piacere ascoltare, interrogarmi.
In treno ci ascolti pure. Una volta ho sentito un massaggitore descrivere le sue tecniche massaggiatorie.
In treno ci sogni. Una volta ho passato il viaggio a lanciare sbirciate fugaci sui bei tratti di una ragazza, più grande, che avevo di fronte.

Durante il viaggio verso Firenze ho conosciuto un sacco di architetti con la scusa delle composizione corale di una filastrocca descrittiva del viaggio, in rima AA BB. Molto semplice.

Nella metropolitana di Roma ci devo stare tra 8 ore circa. Che palle.

domenica 22 marzo 2009

PRIMA VERA




Clint Eastwood ci ha lasciato in mano Gran Torino ed è andato a riposare dietro la cinepresa; ci saluta senza far rumore, e noi lo riconosciamo quello sguardo da duro, impassibile, e la pistola impugnata ai tempi di Leone e mai reintascata (se non negli ultimi fototgrammi della sua carriera; si, insomma, alla fine Clint l'ha rifiutata la pistola...!). Bel film.


Pensare che volevo fare un disegno uguale identico a quello che ho trovato su internet; cioè, uguale nei dettagli proprio. incredibile.


Ci credete che c'è chi vuole Eastwood figlio di Stan Laurel, nientepopò dimeno che Stanlio della celeberrima coppia comica?


Cazzate come gli ufo nel cielo? Ultimamente un operaio a Londra ne fotografa un paio. E oggi vedo un documentario che ha dell'assurdo; documentava il tentativo di alcuni studiosi di spiare l'area 51. Voglio dire, come hanno fatto a realizzare il documentario senza finire esiliati/morti o pestati a sangue, il video ridotto in polvere...?


Francesccoh non viene a Roma mai quando lo chiamo, ma lo trovo per caso a Latina, nello stesso istante in cui lui mi trova Sara Pollicino, (un'artistica ndr) lo trova, lì nello stesso locale, ci troviamo.


Livio non ha mai problemi a trovarsi ad un certo giorno in un certo posto; di solito arriva anche un'ora prima. Un sabato noi con Tiziano e Luigi si cucina, e si scoprono ottime polpette di pollo tra le altre cose.

Il pallone che usavo portare appresso me lo hanno sgonfiato dei ragazzi a Testaccio a forza di pallonate; mi piaceva però guardarli giocare, giacchè io non ho mai voluto imparare, mio malgrado, a giocare a pallone.



Ricordo che alle feste di compleanno di Luigi, mentre tutti giocavano a calcio, io portavo le crick crock ai vecchi cani di Luigi, quelli prima di quell'antipatico di Hais, oppure stavo giù nella vecchia cantina, cribbio, in quella cantina ho conosciuto la Playstation, e poi a 10 anni ce l'ho avuta anch'io, e io e Luigi non abbiamo spesso parlato d'altro che di videogiochi.







Gran Torino è stato il primo e ultimo film che ho visto al cinema con Clint Eastwood. E poi, chi cazzo c'ha mai pensato a Eastwood? Alle volte succede di scoprire tardi le cose.



E invece ti ricordi luì quanti PlayPowerStation? E quanti Xmu? Io non li ho mai finiti di leggere. Nessuno proprio.




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