venerdì 29 maggio 2009

UNA PAGINA BIANCA


Parliamo ancora di libri. Chi ha letto i libri di Zafon conosce quel luogo chiamato "La biblioteca dei libri dimenticati" dove sono salvati volumi destinati all'oblio.
L'altro giorno viaggiavo sopra il 23 per recarmi in mensa, ero solo. Mi preparavo a divorare il libriccino di V.Cerami "Consigli a un giovane scrittore", quando mi cadono gli occhi sul sedile di fronte: ci giaceva abbandonato un libro; mi sono guardato intorno nella speranza di vedere qualcuno sedersi e recuperarlo, ma niente. Nessuno tranne me lo stava notando.
D'un tratto ho capito di essere appena diventato il padrone di quel libro: nelle mie mani c'era il suo destino.
L'ho raccolto: "Il poeta e lo Spazzino", s'intitolava, e l'autore aveva deciso di riassumermi la storia riportando sul retro un esrtratto nel quale lo spazzino in un marcato romanesco affermava di come la spazzattura appartiene a chi la produce ma di come lui salva i libri che sono stati gettati via. Rigirandomelo tra le mani, ho visto le pagine ondulate, come se la carta si fosse inzuppata.
Alla mensa mancavano poche fermate ma io ero appena stato incastato, mio malgrado o per fortuna, nella storia di quel libro, e avevo davanti a me tre possibilità di scelta: attribuirmi il diritto di tenere il libro per averlo salvato e con la presunzione di aver letto un destino scritto per me tornare a casa e scoprire un mondo dentro a quel fascio di pagine bagnate, oppure farmi prendere dalla pena per il legittimo proprietario, povero del libro e che in quel momento magari stesse maledicendo la tua testa di rapa (avrebbe entro poco terminato la lettura, il segnlibro era e 3 quarti dell pagine), e allora cercare in qualche modo di restitutirglielo, oppure infine abbassare gli occhi sul mio libbriccino e far finta di pensare soltanto alla pasta coi broccoli, o alle patatine fritte, e passare davanti il libro non appena l'autobus fosse giunto alla mia fermata.
E' stato un momento magico, mi sono sentito dentro un libro di Zafòn, alle prese con l'oggetto più interessante del mondo.
Se volete sapere cosa ho fatto, beh, io l'ho raccolto e mi sono fatto largo nell'autobus fino al conducente. Mentre il semaforo aspettava di diventare verde, ho spiegato all'uomo l'accaduto e mi sono raccomandato di lasciarlo nel Deposito dell'Atac, dove magari qualcuno sarebbe venuto a reclamarlo.
Non ero rilassato quando sono sceso sul marciapiede: avevo consegnato quell'oggetto del mistero ad un uomo che aveva assunto un'aria scocciata quando si era sentito affibbiato un ulteriore compito, come se combattere con i semafori non fosse già abbastanza per lui, poi per un momento prima che tornassi a sedermi si era rigirato il libro tra le mani e lo aveva poggiato accanto a sè; magari, animato da quella mia stessa curiosità, aveva deciso di fregarselo lui.

Che destino sarà spettato a quel libro-spazzatura che parlava di uno spazzino salvatore di libri, e salvato anch'esso quando ridotto a spazzatura dalla pioggia? Figurerà ora nella biblioteca di quell'autista, o magari accanto la sua tazza del cesso? Egli sarà stato invece onesto e ora quella copia de Il poeta e lo spazzino è tornato nelle mani del legittimo proprietario? O cos'altro?
Ma soprattutto, voi cosa avreste fatto al mio posto trovandovi di fronte un libro che nessuno voleva?

Mi piacerebbe che scriveste una fine per questa storia, o una non-fine. So che la tentazione del ridicolo è forte, ma non abusatene per piacere.
Si insomma, scrivete voi il seguito di questo post, come se io quel giorno non fossi sceso dall'autobus e fossi qui a raccontarvi la storia di quel libro. Sarà divertente, grazie.

P.S.
Il prossimo appuntamento a Termini ce lo diamo davanti a Il poeta e lo Spazzino, libro che magari avete pur letto, chissà.

domenica 24 maggio 2009

UN LIBRO

Ho appena finito di leggere "Il gioco dell'angelo", di Ruiz Zafòn.














Sì, strano.
Parla meravigliosamente, per quello che ne posso sapere io.
Ha creato personaggi indimenticabili, persone di carta a cui mi sono affezionato e che non mi lasceranno, credo.
Ho pianto, non alla fine del libro questa volta come può capitare perchè ci accorgiamo che bisognerà comprare un altro libro, altre volte perchè ripensiamo a tutto quanto abbiamo letto, bensì questa volta ho pianto per quei sentimenti provati dai miei conoscenti di carta, ma più veri che mai grazie a Zafòn.

Strana cosa che sono i libri. Ti lasci rapire dalle loro storie e ne esci arricchito voltando l'ultima pagina; poi rischi di accorgerti che non era la tua vita ad essere vissuta, che tu non hai fatto altro che stare steso sul letto per ore.
E la vita ritorna nelle tue orecchie ricordandoti che devi recuperare quel tempo perso.
Nel mio caso l'ambasciatore di sventura era Daniele con la chitarra da accordare.

Ora resta un dubbio: che ne faccio del libro? La cosa migliore che mi viene in mente è di farlo leggere a qualcuno. Così recita proprio il libro stesso:

"Ogni libro, ogni volume che vedi possiede un'anima, l'anima di chi l'ha scritto e di coloro che l'hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie ad esso. Ogni volta che un libro cambia proprietario, ogni volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine, il suo spirito acquista forza."

Forse sì, mi ha regalato dei ricordi non miei, ma dai quali posso trarre saggezza. Dopo tutto, non andiamo avanti imitando la vita di altri? Ci passiamo continuamente il testimone, ed un libro è un ottimo espediente per far circolare la ricchezza della vita.
Perdonate la filosofia, quello che sto cercando di capire insieme a voi è l'importanza di un libro.

A voi un libro ha mai, se non cambiato la vita, almeno insegnato?

Perdonatemi ancora. Dopo tutto esco da una lettura di Zafòn.
E mi aspetta la preparazione all'esame di matematica.


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