Parliamo ancora di libri. Chi ha letto i libri di Zafon conosce quel luogo chiamato "La biblioteca dei libri dimenticati" dove sono salvati volumi destinati all'oblio.
L'altro giorno viaggiavo sopra il 23 per recarmi in mensa, ero solo. Mi preparavo a divorare il libriccino di V.Cerami "Consigli a un giovane scrittore", quando mi cadono gli occhi sul sedile di fronte: ci giaceva abbandonato un libro; mi sono guardato intorno nella speranza di vedere qualcuno sedersi e recuperarlo, ma niente. Nessuno tranne me lo stava notando.
D'un tratto ho capito di essere appena diventato il padrone di quel libro: nelle mie mani c'era il suo destino.
L'ho raccolto: "Il poeta e lo Spazzino", s'intitolava, e l'autore aveva deciso di riassumermi la storia riportando sul retro un esrtratto nel quale lo spazzino in un marcato romanesco affermava di come la spazzattura appartiene a chi la produce ma di come lui salva i libri che sono stati gettati via. Rigirandomelo tra le mani, ho visto le pagine ondulate, come se la carta si fosse inzuppata.
Alla mensa mancavano poche fermate ma io ero appena stato incastato, mio malgrado o per fortuna, nella storia di quel libro, e avevo davanti a me tre possibilità di scelta: attribuirmi il diritto di tenere il libro per averlo salvato e con la presunzione di aver letto un destino scritto per me tornare a casa e scoprire un mondo dentro a quel fascio di pagine bagnate, oppure farmi prendere dalla pena per il legittimo proprietario, povero del libro e che in quel momento magari stesse maledicendo la tua testa di rapa (avrebbe entro poco terminato la lettura, il segnlibro era e 3 quarti dell pagine), e allora cercare in qualche modo di restitutirglielo, oppure infine abbassare gli occhi sul mio libbriccino e far finta di pensare soltanto alla pasta coi broccoli, o alle patatine fritte, e passare davanti il libro non appena l'autobus fosse giunto alla mia fermata.
E' stato un momento magico, mi sono sentito dentro un libro di Zafòn, alle prese con l'oggetto più interessante del mondo.
Se volete sapere cosa ho fatto, beh, io l'ho raccolto e mi sono fatto largo nell'autobus fino al conducente. Mentre il semaforo aspettava di diventare verde, ho spiegato all'uomo l'accaduto e mi sono raccomandato di lasciarlo nel Deposito dell'Atac, dove magari qualcuno sarebbe venuto a reclamarlo.
Non ero rilassato quando sono sceso sul marciapiede: avevo consegnato quell'oggetto del mistero ad un uomo che aveva assunto un'aria scocciata quando si era sentito affibbiato un ulteriore compito, come se combattere con i semafori non fosse già abbastanza per lui, poi per un momento prima che tornassi a sedermi si era rigirato il libro tra le mani e lo aveva poggiato accanto a sè; magari, animato da quella mia stessa curiosità, aveva deciso di fregarselo lui.
L'altro giorno viaggiavo sopra il 23 per recarmi in mensa, ero solo. Mi preparavo a divorare il libriccino di V.Cerami "Consigli a un giovane scrittore", quando mi cadono gli occhi sul sedile di fronte: ci giaceva abbandonato un libro; mi sono guardato intorno nella speranza di vedere qualcuno sedersi e recuperarlo, ma niente. Nessuno tranne me lo stava notando.
D'un tratto ho capito di essere appena diventato il padrone di quel libro: nelle mie mani c'era il suo destino.
L'ho raccolto: "Il poeta e lo Spazzino", s'intitolava, e l'autore aveva deciso di riassumermi la storia riportando sul retro un esrtratto nel quale lo spazzino in un marcato romanesco affermava di come la spazzattura appartiene a chi la produce ma di come lui salva i libri che sono stati gettati via. Rigirandomelo tra le mani, ho visto le pagine ondulate, come se la carta si fosse inzuppata.
Alla mensa mancavano poche fermate ma io ero appena stato incastato, mio malgrado o per fortuna, nella storia di quel libro, e avevo davanti a me tre possibilità di scelta: attribuirmi il diritto di tenere il libro per averlo salvato e con la presunzione di aver letto un destino scritto per me tornare a casa e scoprire un mondo dentro a quel fascio di pagine bagnate, oppure farmi prendere dalla pena per il legittimo proprietario, povero del libro e che in quel momento magari stesse maledicendo la tua testa di rapa (avrebbe entro poco terminato la lettura, il segnlibro era e 3 quarti dell pagine), e allora cercare in qualche modo di restitutirglielo, oppure infine abbassare gli occhi sul mio libbriccino e far finta di pensare soltanto alla pasta coi broccoli, o alle patatine fritte, e passare davanti il libro non appena l'autobus fosse giunto alla mia fermata.
E' stato un momento magico, mi sono sentito dentro un libro di Zafòn, alle prese con l'oggetto più interessante del mondo.
Se volete sapere cosa ho fatto, beh, io l'ho raccolto e mi sono fatto largo nell'autobus fino al conducente. Mentre il semaforo aspettava di diventare verde, ho spiegato all'uomo l'accaduto e mi sono raccomandato di lasciarlo nel Deposito dell'Atac, dove magari qualcuno sarebbe venuto a reclamarlo.
Non ero rilassato quando sono sceso sul marciapiede: avevo consegnato quell'oggetto del mistero ad un uomo che aveva assunto un'aria scocciata quando si era sentito affibbiato un ulteriore compito, come se combattere con i semafori non fosse già abbastanza per lui, poi per un momento prima che tornassi a sedermi si era rigirato il libro tra le mani e lo aveva poggiato accanto a sè; magari, animato da quella mia stessa curiosità, aveva deciso di fregarselo lui.
Che destino sarà spettato a quel libro-spazzatura che parlava di uno spazzino salvatore di libri, e salvato anch'esso quando ridotto a spazzatura dalla pioggia? Figurerà ora nella biblioteca di quell'autista, o magari accanto la sua tazza del cesso? Egli sarà stato invece onesto e ora quella copia de Il poeta e lo spazzino è tornato nelle mani del legittimo proprietario? O cos'altro?
Ma soprattutto, voi cosa avreste fatto al mio posto trovandovi di fronte un libro che nessuno voleva?
Mi piacerebbe che scriveste una fine per questa storia, o una non-fine. So che la tentazione del ridicolo è forte, ma non abusatene per piacere.
Si insomma, scrivete voi il seguito di questo post, come se io quel giorno non fossi sceso dall'autobus e fossi qui a raccontarvi la storia di quel libro. Sarà divertente, grazie.
P.S.
Il prossimo appuntamento a Termini ce lo diamo davanti a Il poeta e lo Spazzino, libro che magari avete pur letto, chissà.
Ma soprattutto, voi cosa avreste fatto al mio posto trovandovi di fronte un libro che nessuno voleva?
Mi piacerebbe che scriveste una fine per questa storia, o una non-fine. So che la tentazione del ridicolo è forte, ma non abusatene per piacere.
Si insomma, scrivete voi il seguito di questo post, come se io quel giorno non fossi sceso dall'autobus e fossi qui a raccontarvi la storia di quel libro. Sarà divertente, grazie.
P.S.
Il prossimo appuntamento a Termini ce lo diamo davanti a Il poeta e lo Spazzino, libro che magari avete pur letto, chissà.