martedì 23 giugno 2009

COL SONNO NEGLI OCCHI


Il mattino, quello che segue il risveglio, vi permette di conoscere davvero chi siete . E' vero, sarà fuori, tra le persone, tra le automobili, le piante e le nuvole che ti vi scoprirete a fare delle scelte. Ma allo specchio...volete mettere la mattina, quando sfidando la legge di gravità (che vi schiaccia contro il cuscino, che gioca col vostro baricentro mentre muovete i primi passi lontano dal letto) vi vedete riflesso nello specchio?

Vi specchiate ammaccati dalla notte, ma la verità è che siete appena nati: puri nelle intenzioni, vergini del peccato, qualsiasi preoccupazione rimasta sul pianerottolo di casa o dentro le mutande che ora giacciono per terra, affiora piano come un ricordo lontano. Se il ricordo appesantisce troppo lo stomaco vuoto, vi basta guardare intorno e accorgervi di essere ancora a casa, dove non avete nulla da temere. Ecco, la mattina siete come dei bambini, ingenui e felici, pieni di speranze per il giorno che sarà.

Perchè la mattina fate le vere scelte. Le idee, quelle vengono la sera. Alla sera, spinti dall'esperienza del giorno, dalle chiacchierate, o talvolta dall'alcool, sparate tante balle; tante che se riusciste a mantenere tutte le promesse fatte la sera, non avreste più nulla da desiderare. La sera vi vedete grandi, scorgete grandi speranze e immaginate capaci di tutto, e sareste capaci di fare tutto, se fosse sempre sera e il cervello non smettesse mai di girare, potreste davvero fare di tutto.

Il mattino invece ridete delle promesse fatte la sera prima; il sole vi acceca e la brezza vi sfiora davvero le guance; quelle che vedete sulla strada sono persone vere, fatte di carne e di sentimenti, belli e brutti, e con con le quali dovrete fare i conti prima o poi.

Si può spiegare il fenomeno, che immagino sia condiviso, incolpando l'euforia: è quella che cresce col passare delle ore durante la giornata, e che spesso è capace di lavorare meglio dell'alcool artificiale, e di far chiaccherare parecchio. Staccando la presa per una notte azzerate tutto il sistema, resettate, e quando tutti i rumori si sono spenti, tornate agli ordini della razionalità: siete da soli, con in mano solo le vostre mani, e addosso la ridicola armatura di un pigiamino soffice.


Regna il silenzio; gli uomini e le donne che hanno la fortuna di essere svegli sono di meno rispetto che durante il giorno avviato; allora vi sembra che il mondo esista per essere vissuto solo dai vostri sensi: scoprite di avere un udito quando sentite la tazza sbattere sul tavolo; scoprite la vista se vi fermate ad analizzare un particolare che non avevate mai notato della cucina quando, con lo sguardo fisso, vi accorgete di avere intatta la tazza in mano da un paio di minuti; e scoprite il tatto se vi capita di aver scordato le ciabatte in camera così raccogliete coi piedi la polvere di casa; scoprite l'olfatto quando siete in bagno e scoprite pure che la cena è stata sì, un pò pesante; scoprite il gusto quando l'amaro del caffè vi punge il fondo della lingua. Beete caffè perchè credete sia una cura al desiderio di tornare a schiacciare la faccia tra le coperte, delirio che ogni tanto vi provoca un brivido.

Ma torniamo allo specchio. Ci passereste gli anni allo specchio; trovate divertente osservare qual'è l'immagine che tutti hanno di voi, alla quale, se pure qualche particolare non vi è mai piaciuto, avete finito per affezionarvi.

Studiate i particolari; fate l'amore con le unghie, con il pelo, con i capelli e con la pelle; fate l'amore con voi stessi (vi prego, è poesia).

E lo fate per gli altri, ma lo fate in prima istanza solo per voi, non ci fosse nessuno fuori dalla porta, lo faresti comunque, forse magari solo non sapendo come.

Sei pronto. Manca solo il coraggio di affrontare il mondo. Purtroppo non puoi spalmartelo addosso o distillarlo in piccole dosi orali, ma basterà insiparne un pò nell'aria che gira attorno alla porta di casa. Il letto è rifatto e adesso non mostra la sua magia. Sembra un mobile come tutti gli altri, là nell'angolo. Ti passa di tutto adesso per la testa tranne che di riaprirlo.

Tiro giù la maniglia adesso, e vado fuori.

domenica 14 giugno 2009

PER GUARDARE FUORI E NON VEDERE NULLA


Siamo tutti, chi un pò di più, chi un pò di meno, tutti completamente pazzi: quando la pioggia ci sbatteva incessantemente in testa passavamo gennai e febbrai a sbatterci per uscire di casa e andare all'università,ora che il sole ci sveglia col suo sbadiglio caldo abbassiamo la serranda e ci sediamo a studiare pagine e pagine con la prospettiva di studiarne altre...
Ma non possiamo fare a meno, neanche spinti dal più irrefrenabile senso del dovere, di girar per casa a torso nudo, e affacciandoci di tanto in tanto alla finestra, cercare l'orizzonte e immaginare quella immensa distesa d'acqua fresca che si chiama mare, o immensi prati verdi da esplorare con la testa libera da interrogazioni ed esoneri.
Per rimediare al senso di frustrazione di chi si sente sempre più coglione a sudare sui libri man mano che l'estate avanza, ho pensato al rimedio perfetto: pensare a tutto quanto aborriamo dell'estate. Per questo vi presento l'elenco delle cose più ripugnanti che ci fanno desiderare, tra giungo e settembre, solo che di tornare ad appiattirci il culo sulle sedie scomode dove prende posto la nostra istruzione; a voi disporre questi dispiaceri nell'ordine crescente della repulsione che vi provoca il loro solo pensiero:

a - Prendere la prima insolazione, quando la prima volta al mare uno dice: "Ma tanto la crema non mi serve..." e poi passa la settimana successiva più rosso del Gabibbo

b - Scordarsi il celluare in macchina, quando si è ormai già in spiaggia, e dover risalire tutta la cazzo della spiaggia

c - La sabbia in mezzo alle chiappe

d - Svegliarsi la notte sudati e rendersi conto di non potersi alleggerire ulteriormente se non forse spellandosi vivi

e - Rimanere svegli a sentire il ronzio di quello che sembra un trapano ortodontotecnico, in realtà una cazzo di zanzara

f - Accorgersi di avere un pò troppa "pancetta" per poter figurare a mare di fronte alle amiche...

g - Capire che si sono rotte le infradito

h - Subire un'erezione in costume da bagno (per gli uomini)

i - Avere il costume appiccicato alle gambe

l - Avere l'asciugamano ricoperto di sabbia, praticamente mimetizzato con la spiaggia

m - Fare pic-nic in compagnia in uguale misura dei tuoi amici e delle tue amiche mosche

n - Finire la bottiglietta dell'acqua proprio quando...nooo, ma che palle...

o - Non poter vedere i Simpson su Italia 1

p - Sudare 3 magliette al giorno

q - Doversi depilare più spesso e/o mangiare più raramente (per le ragazze, prevalentemente)

q - Magari lavorare e ritrovarsi a settembre che...no, ma domani ricominciano le lez...ma...porco ...

r - Accorgersi che la sera, nell'Agro Pontino, non c'è proprio un cazzo da fare!

Questi sono solo alcuni incubi estivi; riflettendoci spero di avervi stimolato il sorriso nel tornare a guardare le pagine aperte accanto al vostro pc. Se ve ne vengono in mente altri, condivideteli...questa funziona come terapia di gruppo.

E intanto vi auguro buono studio; se la terapia non dovesse funzionare, fermatevi a pensare che quanto sudate ora, vi servirà magari un giorno a passare inverni tra paesi tropicali e panorami di infinita bellezzam col sol ricordo di gironi passati a nuotare nei libri. Concentratevi sullo studio, mi raccomando.



Lettori fissi